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dott. Francesco Starita - Studio Starita
   

Per ernia del disco si intende normalmente una fuoriuscita (erniazione) del disco intervertebrale dalla sua sede naturale.

Il disco intervertebrale è una specie di cuscinetto interposto tra due corpi vertebrali e svolge un'importantissima funzione di ammortizzatore.Esso è composto da una parte centrale detta nucleo polposo formata da glicoproteine e mucopolisaccaridi altamente idrofili, e da un involucro esterno detto anulus.

Con il passare degli anni, il disco va incontro ad una serie di modificazioni di tipo degenerativo, come tutto il resto del corpo d'altronde, di cui la più importante è la disidratazione del nucleo polposo che, come come dice la parola stessa, è la sua parte centrale , e la più elastica, proprio in virtù del suo elevato contenuto idrico: una specie di cuscinetto ad acqua. Si considera che ad 1 anno di vita il suo contenuto in acqua sia all'incirca del 90%

La disidratazione è poi responsabile della riduzione del volume del disco, ed è anche la causa principale della diminuzione di altezza che si verifica con l'avanzare dell'età.

La progressiva disidratazione con la coseguente riduzione della capacità ammortizzante, fa sì che le forze di carico si scarichino maggiormente sull'anulus, la cui resistenza è ridotta: un cedimento dell'anulus eccessivamente gravato, può quindi determinare la migrazione e/o la fuoriuscita di parte o dell'intero nucleo con la formazione dell'ernia.

Se le fissurazioni dell'anulus avvengono in maniera progressiva e graduale, dai tessuti vicini (periostio, legamenti etc.) si formano delle gittate di vasi neoformati all'interno del disco e con essi anche delle fibre nervose: il disco, da struttura non innervata, diventa così innervata e quindi sede di stimoli nervosi algogeni. Questa è la fase in cui è prevalente la sintomatologia lombalgica e, se siamo ancora nella fase della protrusione, è possibile intervenire con un intervento di decompressione discale (I D E T).

Quando ai fenomeni di tipo degenerativo si sommano posture scorrette, come quelle che si tengono ad una scrivania, per esempio, o in automobile, e non viene svolta un'idonea attività fisica, si creano delle condizioni di instabilità della colonna, che possono esitare in una erniazione del disco.

Se il disco scivola posteriormente verso il canale midollare( formato anteriormente dai corpi vertebrali, lateralmente dai peduncoli e posteriormente dalle lamine), questi può improntare il sacco durale, da cui fuoriescono le radici nervose che vanno a formare il nervo sciatico.

Questo grosso nervo, il più grosso del nostro corpo, innerva l'arto inferiore, ed è questo il motivo per cui un insulto che ha origine a livello delle vertebre si ripercuote sulla gamba (sciatalgia): un dolore che a partenza dalla schiena si irradia all'inguine è però molto più probabilmente causato da una sindrome delle faccette articolari.

 
Diversi sono i gradi di fuoriuscita del disco dalla propria sede: si va dalla protrusione (vedi disegno), contenuta dal legamento longitudinale posteriore , che scorre lungo la parte posteriore dei corpi vertebrali, fino all'ernia vera e propria, quando cioè il disco intervertebrale è completamente fuori sede.

Autori diversi usano diverse classificazioni. In accordo con alcuni autori noi classifichiamo le ernie in:

ERNIA CONTENUTA: E' il tipo più frequente di ernia discale: nell'anello fibroso vi sono ampie fissurazioni sia radiali che circonferenziali che raggiungono la superficie del disco. Il tessuto erniario si incunea nelle fessurazioni, ma non perfora l'anulus.

ERNIA ESPULSA: In questa varietà il tessuto erniario fuoriesce parzialmente o completamente dal disco, ma non migra a distanza. Essa si può, a sua volta distinguere in:
- sottolegamentosa, quando non perfora il legamento longitudinale posteriore
- translegamentosa, quando una parte perfora il legamento e la restante parte rimane sottolegamentosa
- retrolegamentosa, perforante il legamento e libera nel canale senza migrare

ERNIA MIGRATA: In questa condizione il frammento espulso migra a distanza dal disco di origine, più frequentemente in direzione caudale (in basso) o intraforaminale (nel forame di coniugazione dove fuoriesce il nervo e dove può verificarsi il conflitto con lo stesso)

Non sempre la sintomatologia è rapportata all'entità dell'ernia: esistono ernie enormi praticamente silenti, anche con importanti segni di impronta, e piccole protrusioni che danno dolore importantissimo.
   
Due ipotesi possono aiutarci a capire il perché.
In primis non è detto che la situazione fotografata dalla TAC o RMN in quel determinato momento e in quella posizione ( di solito sdraiati e a riposo) corrisponda alla situazione dinamica, cioè ad esempio in posizione eretta o sotto carico. Oltretutto la TAC/RMN fotografano la situazione ad un determinato momento, e non è detto che un attimo dopo la situazione non possa essere cambiata.

Gli esami hanno solo un valore di conferma: se ad una determinata sintomatologia corrisponde un riscontro radiologico, è estremamente probabile che la causa del dolore sia determinata da quell'ernia: la sciatalgia ( sede di irradiazione del dolore, radice interessata etc) deve corrispondere all'immagine radiologica.
Un ernia discale destra L5-S1 (dove L sta ad indicare la vertebra lombare e 5 il numero) non può, nella stragrande maggioranza dei casi, essere responsabile di una sciatalgia sinistra L4.
 

Un importante componente del dolore sciatalgico è poi quella neuropatica, che può anche essere indipendente dall'entità dell'insulto.

Si tenga presente che una TAC o una RMN effettuata per motivi diversi dalla lombosciatalgia su persone di 40-50 anni, evidenziano spesso la presenza di ernie discali, qualche volta anche plurime, senza nessuna sintomatologia.

In parole povere, e per concludere, il problema non è l'ernia discale, ma la sciatalgia, cioè il dolore determinato dalla irritazione e dalla conseguente infiammazione della radice nervosa da parte dell'ernia: l'ernia diventa importante nel momento in cui è causa della sintomatologia.

Tra tutti i trattamenti proposti, che vanno dalla terapia farmacologica all'Ozonoterapia passando attraverso l'infiltrazione peridurale, quella chirurgica viene oggi riservata ad un numero molto limitato e ben preciso di casi; quando l'indicazione non è posta correttamente, si corre il rischio che gli esiti dell'intervento (FBSS) siano peggio della malattia per cui si è operati.

La formazione di un ernia discale determina un certo grado di instabilità della colonna, alla quale l'organismo cerca di porre rimedio con la formazione di osteofiti (i becchi ossei che si vedono nelle radiografie), con lo scopo di ristabilizzare la colonna, cosa che in effetti può accadere, anche se non sempre. Questo può determinare però una riduzione di mobilità della colonna, ed essere una delle cause che portano ad una stenosi vertebrale.